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Intervista con Ambrogio X di StreetTv Salvaguardare la libertà di informazione. Le street tv ora guardano al Parlamento. Mentre il ministro Gasparri, intervistato dal Tg1 sul fenomeno delle tv di strada dichiara «è un?irregolarità da cancellare, non hanno le concessioni, quindi vanno chiuse», a Palazzo Chigi si costituisce un comitato per la tutela e la valorizzazione delle piccole antenne. Promosso dall?onorevole Giovanna Grignaffini, capogruppo dei Ds in Commissione cultura, il comitato presenterà una proposta di legge per riaffermare il diritto all?esistenza delle microrealtà dell?etere. A oggi sono 15 le emittenti ?pirata? che operano sul territorio, ma nei prossimi mesi dovrebbero innalzare le proprie antenne altre 50. «La proposta di legge ? spiega la Grignaffini ? punta a regolamentare il fenomeno. Dal punto di vista tecnico queste emittenti non creano alcun disagio alle tv tradizionali, visto che sfruttano i cosiddetti coni d?ombra delle frequenze». Cosa ne pensano i video attivisti? Un?intervista con Giancarlo Vitali, detto ?Ambrogio?, uno dei promotori di OrfeoTv, la prima emittente di strada. La vostra esistenza solleva un problema legale, ma adesso c?è una proposta di legge per tutelarvi. Ma voi dove volete arrivare? Ad una nuova sentenza della Corte Costituzionale? Il nostro obiettivo è una pronuncia della Corte Costituzionale. La proposta di legge sulle street tv, prima firmataria Giovanna Grignaffini, nasce dall'esigenza di liberare tutte le piccole porzioni di etere inutilizzate,affinché tutti i cittadini possano avere accesso. È un po' come per i contadini chiedere terre incolte . È un primo passo, un tentativo, che probabilmente sarà bocciato da questa maggioranza. Vi sentite fuorilegge? Ci sarebbe da discutere, e molto: c?è l'articolo 21 della nostra costituzione e poi le bassissime potenze impiegate, simili a quelle degli walkie talkie, non hanno bisogno di autorizzazione. Inoltre c'è da segnalare che secondo il CONNA (Coordinamento nazionale Nuove Antenne) e tanti altri, in Italia non sono mai state rilasciate le concessioni governative definitive a nessuna emittente, perché la legge Mammì poneva come condizione per il rilascio della concessione «l'approvazione del piano di assegnazione delle frequenze». Piano che non venne mai realizzato. Nel 1994 fu una istituita una semplice carta di riconoscimento che attribuiva alle emittenti già esistenti l'autorizzazione a trasmettere, naturalmente previo pagamento. Avete iniziato in piccolo e adesso proliferate, vi aspettavate un seguito del genere? In verità ci aspettavamo una germinazione assai più copiosa e veloce. Le condizioni di vita dell'informazione, al limite del regime autoritario, ci avevano fatto sperare in un processo di proliferazione rapido e intenso; ma la speranza, come dice Spinoza, non è una categoria della ragione: avevamo sottovalutato il timore diffuso e forse anche comprensibile, di moltissime persone che pur intenzionate a seguirci non erano però disposte ad affrontare i rischi di una denuncia penale Avete in previsione un D-day? Cos'è e quando sarà? Un giorno durante il quale un certo numero di street tv, per ora dovrebbero essere una dozzina, alzeranno contemporaneamente le loro antenne.Stiamo valutando se accendere le trasmissioni il 15 febbraio, in occasione delle manifestazioni per la pace, o una settimana più tardi, il 22. Per quel giorno le street tv nascenti presenteranno una porzione di trasmissione comune a tutti e prodotta collettivamente. Ci saranno ancora molti D-day, stiamo riflettendo se non valga la pena farne uno al mese. Tutte le nascenti street tv saranno coordinate o ognuno andrà per sè? Ogni street tv è libera di essere come le pare, di sviluppare un proprio modello linguistico, politico e creativo. Le street tv che per empatia, simpatia, decideranno di mettersi in rete, potranno naturalmente dotarsi di mezzi che permettano loro di lavorare insieme, di scambiare materiali e perché non anche di armonizzare i loro segnali come risultato di un lavoro redazionale collettivo: Telestreet non è altro che il circuito di street tv che vorrano giocare con noi dentro le prospettive di cui parlavo. Probabilmente nasceranno altri circuiti, forse anche di destra, che certo non avranno granché a che fare con noi e tuttavia saranno le benvenute perché anche loro, magari senza saperlo, lavoreranno contro la televisione unica di Arcore. Uscirete dall?ombra? Vi state preparando per andare sul satellite? Tutto ciò che noi facciamo è solare, non abbiamo nulla da nascondere, rivendichiamo ogni gesto che compiamo, compresa la illegalità a cui siamo costretti. I coni d'ombra continueremo ad abitarli e abitandoli è molto probabile che si creino le condizioni produttive e creative per andare sul satellite. Se questo accadrà sarà comunque a partire dal modello produttivo diffuso delle street tv. Come decidete i contenuti? Chi arriva trasmette la sua produzione, o decide collettivamente? Una riunione di redazione settimanale allargata a tutti, giornalisti, registi, operatori, montatori ecc. Qui si decide a grandi linee il lavoro della settimana. Ci sono poi troupe leggere di pronto intervento e gruppi che lavorano su progetti a media e lunga scadenza. Ci sono anche molti i contributi di provenienza esterna, uno spazio è sempre dedicato a giovani filmakers che non hanno distribuzione. E poi le dirette da studio, i dibattiti, gli incontri con chi ha da dire. Come lavorate? Ci sono gerarchie? Il lavoro è volontario, le gerarchie "naturali": ci sono naturalmente personalità che si affermano od emergono, in tempi e situazioni anche diverse, ma sono personalità legate al fare e non a una prefigurazione gerarchica. Del resto non c'e' nessun grisby da spartirsi. Avete in programma di realizzare produzioni da mandare su tutto il neetwork? O creerete una banca video on-line cui tutte le tv potranno accedere? Stiamo riflettendo sulla costituzione di un archivio video on-line accessibile a tutti coloro che hanno un collegamento di rete. L'archivio sarà a disposizione di coloro che vorranno depositare contributi o prelevarli. Non escludiamo come ti dicevo trasmissioni di network, anche se, al di là del satellite che ancora e' da venire, non e' ancora chiaro come. Cosa ne pensate del trattamento ricevuto dai media tradizionali? L'attenzione è stata altissima e la "simpatia " anche. Viene da chiedersi perché. La battaglia, forse velleitaria e ingenua di un gruppo di "giovanotti" disposti a rischiare il carcere pur di aprire spazi di libertà di espressione a portata di chiunque, contro un Golia aggressivo e onnivoro, ha fatto sì che gli sguardi che si sono posati su di noi siano stati caldi e in generale amichevoli, chissà. Tino Mantarro |