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Giro92
Zoom
Movimento
Bifo Berardi e Giulietto Chiesa presentano i loro
progetti
Spegnete la TV. Poi riaccendetela
Libera la mente. Un dibattito
organizzato da ATTAC Bologna
di gaetano mangiameli
Drizzate le antennine e trasmettete
la vostra televisione. È con questo messaggio,
più o meno, che Bifo Berardi si presenta
alla platea dellEXMERCATO24 di Bologna.
Nasce OrfeoTV, una televisione di quartiere: sarà
possibile riceverne il segnale solo nello spazio
di poche centinaia di metri quadrati, dalle parti
di via Orfeo, nel centro storico del capoluogo
emiliano. Chiunque potrà partecipare alla
produzione del messaggio TV. Pochissimi, ovviamente,
riceveranno quel messaggio.
Bifo lo sa e non lo ritiene un problema.
Alzatevi dalla poltrona e frapponetevi tra la
televisione e gli spettatori. Questo, invece,
è il messaggio di Giulietto Chiesa. MegaChip,
vuole parlare alla maggioranza. Basta con il movimento
che parla a chi è già informato
e critico. Basta con il movimento che parla solo
a se stesso.Tra di noi deve essere
un confine da trascendere. La realtà è
unaltra, dice Chiesa. Mentre parlavamo sterilmente
(tra di noi) di conflitto di interessi,
la maggior parte degli italiani guardava Stranamore.
Giulietto lo sa e lo ritiene un problema.
La distanza tra le due proposte sembra abissale.
La prima fa riferimento al piccolo quartiere che
si organizza per produrre la propria TV. La seconda
punta verso laudience sterminata dei peggiori
programmi televisivi. In realtà lobiettivo
di MegaChip è quello di fare confluire
tanti piccoli sforzi in un unico progetto. OrfeoTV,
daltro canto, punta sulla tecnologia della
banda larga per la diffusione (e la condivisione)
delle autoproduzioni verso un pubblico certamente
più vasto di quello del quartiere. I due
discorsi possono quindi procedere assieme. Certamente
(e non è poco) si tengono lontani dallorribile
ovvietà argomentativa e dallassoluta
incapacità di agire che caratterizzano
lUlivo.
Lappello di Chiesa è interessante
proprio perché esce dal binario dei luoghi
comuni lungo il quale il ceto politico ha tradizionalmente
condotto la sua campagna per la libertà
dinformazione e di comunicazione. La sinistra
si è spesso dimostrata troppo debole di
fronte alla peculiare situazione italiana, altre
volte banalmente apocalittica. Sono stati recuperati
atteggiamenti e credenze sulla TV che sanno di
tempi andati. La chiamavano teoria ipodermica:
io (la TV) faccio a te (lo spettatore) uniniezione
di informazioni anche e soprattutto sballate.
Tu ci credi ciecamente.
Non si tratta di questo. Gli studi sulla comunicazione
di massa hanno rigettato da decenni questo approccio
teorico. Chiesa dimostra di averlo capito quando
propone di uscire dalle ristrettezze del problema
informazione (leggasi nomine dei direttori
dei telegiornali). Andare più a fondo significa
guardare agli effetti della fruizione televisiva
(di tutto il palinsesto) nel lungo periodo. Sono
stati e sono ancora gli anni di una teledipendenza
costruita su Castagna e Cucuzza prima che sulla
gestione politica dei telegiornali. Il rischio
più vicino non è quello di sentir
proclamare clamorose menzogne, ma di vedere sconvolta
una equilibrata percezione di ciò che è
importante e di ciò che non lo è.
Bifo Berardi ci racconta che con 1000 euro si
riesce ad allestire una TV di quartiere. Se volete
sapere come fare, andate su www. telestreet.it
Giulietto Chiesa ci racconta che con volontà
e competenza si può combattere contro il
monopolio comunicativo. Se volete rendervi utili,
andate su www.megachip.info
(21.06.2002)
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