24
luglio 2002
IL
MESSAGGIO
Ieri mattina ci trovavamo a palazzo Madama dove ha sede il Senato della
Repubblica e casualmente abbiamo appreso che il presidente Pera stava
per leggere un importante messaggio del Capo dello Stato.
Di lì a poco infatti abbiamo potuto sentire dal vivo ciò che Carlo
Azeglio Ciampi ha deciso di comunicare alle Camere in forza
dell'articolo articolo 87, titolo secondo della Costituzione.
Era il primo messaggio del Presidente della Repubblica e non ci
aspettavamo tanta salutare indignazione a beneficio della "garanzia
del pluralismo e dell'imparzialità dell'informazione",
elementi base della democrazia che con il passare del tempo si stanno sempre più rivelando una chimera.
Leggendo "tra le righe" (messaggi di questo livello devono
essere interpretati) ci si accorge che qualcosa di più dell'indignazione
deve aver spinto Ciampi a intervenire così pesantemente; l'essersi
accorto che non paga di governare già l'ottanta per cento dei mezzi di
informazione di massa una parte politica intendeva appropriarsi
completamente di tutto ciò che poteva servire a perpetuare il suo potere.
A colmare la misura deve aver concorso la notizia che il presidente della
Rai Baldassarre intende trasferire a Milano buona parte dei Centri di produzione
dell'Azienda che si vale tutt'ora dei migliori tecnici e uomini di cultura,
ipotesi respinta energicamente da più parti e perfino dal presidente
Storace della
Regione Lazio di Alleanza Nazionale.
Più volte, anche dalle piccole emittenti, attraverso il Conna sono giunte
al Quirinale informative che il segretario generale Gaetano Gifuni non ha
mancato di segnalare
al presidente e chissà che anche le notizie di negazione della libertà
praticata abbondantemente nei confronti delle piccole antenne non abbiano
contribuito a colmare la misura.
In una occasione, dal Colle abbiamo ricevuto una lettera di incoraggiamento a
ricorrere rispetto alle imposizioni della legge 66/2001, cosa che abbiamo
fatto, e nei riguardi
della "Par condicio" sicuramente il consigliere del Capo dello
Stato professor Andrea Manzella avrà provveduto a segnalare che
l'eventuale eliminazione di ogni obbligo alle emittenti televisive
locali finirebbe per favorire chi ha già in mano un potere informativo
immenso.
18
luglio 2002
LA
SORPRESA
E' arrivata ai "Circostel" una circolare firmata dal
direttore del Ministero che avverte le emittenti che non hanno
"ottemperato" alle infamie dello legge 66/2001 che hanno 60
giorni di tempo per ricorrere al Tar pena la disattivazione.
Una sorpresa
relativa solo per l'intempestività del provvedimento che giunge senza
aspettare che il Consiglio di Stato si pronunci in merito al ricorso
presentato dal Conna.
Se ai dirigenti del Ministero piace così, bene, se ne assumeranno tutta
la responsabilità anche in merito ai danni prodotti dall'avventatezza con
cui hanno ritenuto di agire.
Al CONNA non rimane che organizzare un ricorso collettivo (già oggi
prenderemo contatto con gli avvocati), nonché di raccomandare ai titolari
delle emittenti che saranno oggetto di questa ennesima violenza di
comunicarci tempestivamente qualsiasi notizia avessero a ricevere.
15
luglio 2002
LA
FESTA
Vogliamo definirla in questo modo la riunìone annuale
dell'Autorità di Napoli presieduta da Enzo Cheli, presente il Capo
dello Stato, il quale sembra perfettamente appagato da questo tipo
di cerimonie.
Ci spieghiamo meglio; avevamo grande speranze che il presidente Carlo
Azeglio Ciampi si rivelasse un presidente dalla forte personalità
all'altezza della sua fama di grande economista in grado di stabilire
una sorta di contrappeso costituzionale ai colpi di mano e alle
convenienze governative del momento.
Un primo duro colpo a questa nostra fiducia illimitata - forse un
tantino romantica - è venuto dalla letterina che abbiamo ricevuto dal
Quirinale nel momento in cui abbiamo chiesto al presidente di rinviare
alle Camere - Pertini lo fece più volte - la legge 66/2001 per palese
incostituzionalità.
Ci venne risposto che avremmo potuto rivolgerci alla Consulta e
risolvere ogni problema, "consiglio" dato
non sappiamo se per disinformazione o per eccessiva fiducia nei Tar che
di fronte a richieste affatto campate in aria è noto che si arrogano il
diritto di comportarsi come un filtro, pronti ad arrampicarsi sulle
impervie vie del diritto fino a dimostrare l'indimostrabile.
Da allora Ciampi, senza problemi, si è mostrato disponibile a firmare
tutto ciò che gli veniva proposto. Alla legge 66, concepita dal
sottosegretario Vincenzo Vita la cui opera nefasta pensavamo ci avesse
fatto toccare il fondo (non conoscevamo ancora l'esibizionista Gasparri),
hanno fatto seguito tutta una serie di leggi inaudite come la
legalizzazione del falso in bilancio (inconcepibile per un economista!),
la legge sulle rogatorie che rende estremamente difficile far pervenire
in Italia documenti probatori da parte di stati esteri e oltre a
sanatorie varie, presto quella buffonata sul "Conflitto di
interessi" hanno avuto o avranno la loro brava firmetta.
Anche i suoi consiglieri probabilmente lasciano a desiderare altrimenti
una scusa per non partecipare alla autocelebrazione di Enzo Cheli
l'avrebbero trovata: bastava informarsi per capire che buona parte dei
tanti compiti assegnati all'Autorità napoletana sono disattesi. A
questo proposito, per uno di essi, il Conna sta preparando una denuncia
alla Procura della Repubblica di prossima presentazione.
11
luglio 2002
TELESTREET
In questa giornata di luglio, in prossimità delle vacanze, ci
aspettavamo tante cose in preparazione di un autunno che per le radio
locali si presenta caldo, meno che di ricevere una lunga serie di
comunicazioni telefoniche. L'interesse per la vicenda di Orfeo Tv che
qualcuno ha cercato di minimizzare se non ridicolizzare, viene
soprattutto dal mondo della radiofonia, ed è ritenuta di grande
importanza: tutti hanno manifestato l'intenzione di aprire una piccola
televisione di quartiere o di copertura del comune dove vivono (di
comuni in Italia ce ne sono oltre 8000! ndr).
Al Conna non spetta di fornire incentivi alla nascita di emittenti; la
nostra associazione può solo difendere il buon diritto di continuare ad
esprimersi alle antiche e alle nuovissime emittenti locali,
indipendentemente dalle loro dimensioni.
Tuttavia, agli amici che chiedevano informazioni abbiamo dispensato il
consiglio di essere assolutamente convinti di rivendicare un proprio
diritto costituzionale e - verificata questa condizione - di non
fermarsi di fronte all'attacco che verrà dal Ministero delle
comunicazioni, dalle associazioni che hanno fatto di tutto per far
chiudere le stazioni esistenti e da mondo politico, anche se
quest'ultimo è il meno pericoloso: i politici infatti, a
differenza degli amministrativi, non hanno il paraocchi e conoscono
molto bene gli abusi commessi per legge che hanno creato una sorta di
monopolio tv e nel contempo i diritti inalienabili dei cittadini xche
non possono essere compressi a lungo.
Grande stupore poi per i costi irrisori che così bene Orfeo Tv, nella
persona di Ambrogio Vitali ha elencato sul sito www.telestreet.it
descrivendo le "apparecchiature" necessarie alla trasmissione;
Vitali, ha anche proposto di chiamare la futura fitta rete di emittenti
di quartiere collegate fra di loro (mediante satellite o altro) "Telestreet".
Nulla da obiettare, probabilmente funzionerà, ma un nome italiano,
magari tratto dal dialetto emiliano-romagnolo, non era possibile
formularlo?
10
luglio 2002
SCUSATE
IL RITARDO
Avevamo promesso nell'articolo che precede di pubblicare il giorno dopo
alcune considerazione sulle "Televisioni di quartiere" e
invece siamo già al 10 luglio con alle spalle una serie di incontri, in
particolare con i nostri avvocati, per organizzare le azioni giudiziarie
che ci attendono nei prossimi mesi contro la legge 66/2001 e altre
vergogne.
Da oggi, o meglio dai primi del mese di giugno, le televisioni locali
nostre iscritte sono meno sole.
Buona parte di esse, accusate di non avere "dignità di impresa" - locuzione
inventata da Filippo Rebecchini della Frt per intendere coloro che hanno
semplici fatturati da emittente locale senza il beneficio (e i miliardi)
del "traino" pubblicitario assicurati da Pubblitalia -
sono state costrette alla chiusura dalla congerie di leggi liberticide
escogitate dai politici di centro-destra e di centro-sinistra (i primi
lo hanno fatto per furbizia, i secondi per stupidità): una prima linea destinata a
scomparire fagocitata dalle reti e strozzata economicamente.
Dicevamo, dallo scorso mese esse non sono più in "prima linea"
, bersaglio primo degli
assassini di emittenti locali, perché a Bologna è nata "Orfeo
Tv", televisione di quartiere (priva di dignità secondo Rebecchini?..)..
A differenza di precedenti esperienze, Orfeo Tv nasce agguerrita anche sul
piano legale; Ambrogio
Vitali che ne è il principale animatore ha infatti alle spalle personaggi come
"Bifo" Franco Berardi (ricordate Radio Alice?..), Stefano
Bonaga, Michele Serra e tanti giovani filmakers nonché uomini di cultura
che intendono spezzare il monopolio verticale informativo.
Trasmettitore da mezzo watt, strutturata per coprire un quartiere
utilizzando un "buco" di frequenza come tanti ce ne sono in
tutta Italia dal canale 21 al 69, rifiuta energicamente di essere
definita tv pirata: "Siamo fuorilegge, ma operiamo all'interno
della legge delle leggi che è la Costituzione" è l'inoppugnabile
distinguo di Orfeo Tv.
Tra l'altro, essere fuori legge a differenza di altri casi, è anche un onore,
considerata la spazzatura di leggi che sgoverna il settore, emanate dai
tempi di Giacalonia in poi; e quanto alla Carta costituzionale, nella
parte che fa riferimento alla libertà di espressione, era l'ora che
qualcuno decidesse di farla rispettare.
Il Conna, nella sua "piattaforma programmatica", pubblicata
nel numero del suo periodico Nuove Antenne del novembre 1986, sotto la voce "Le
piccolissime emittenti", prevedeva stazioni di quartiere anche se allora
non si pensava alla geniale idea del "buco" di diffusione, ma
di una frequenza unica da utilizzare in tutta Italia impegnata da un
grande numero di piccoli apparati di trasmissione il cui raggio di
azione di ognuno finiva dove cominciava quello del successivo.
Lungimirante e ostinato, anche all'interno delle Commissioni
ministeriali, rivolti alle associazioni nemiche della emittenza
locale, più di una volta il Conna ha ripetuto: "Non illudetevi di
restare soli e incontrastati padroni del campo, l'emittenza locale
rinascerà in tanti altri modi perché è una esigenza comunicativa del
nostro tempo e non potrete fermarla".
Le ragioni di difesa di queste piccolissime stazioni, oltre a quelle
numerose di carattere etico, sono principalmente due:
1) propagandosi a portata ottica esistono ovunque "enclave" o
"buchi" di frequenza non raggiunti da un apparato di trasmissione anche di grandissima
potenza ed è giusto poterli utilizzare;
2) non è applicabile l'articolo 30 della legge 223/90 che prevede
perfino l'arresto a chi attiva apparecchiature radioelettriche, per la
stessa ragione che gli walkie-talkie, a causa della piccolissima potenza
emessa, non abbisognano di autorizzazione alcuna e sono di libera
vendita.
Il Conna ritornerà sull'argomento, nel frattempo segnaliamo il sito di
Orfeo Tv www.telestreet.it dove
vengono perfino precisati i costi alla portata di tutti con cui si può impiantare una
televisione di quartiere (o di paese).
05
luglio 2002
LA
RISPOSTA
La risposta al nostro appello non ha tardato a farsi strada:
alcuni esperti di elettronica hanno raccolto l'invito alla
sperimentazione digitale valendosi delle attuali frequenze usate per la
diffusione in FM.
Probabilmente,
hanno giovato a dare credibilità alla originale ipotesi del numerico da
noi esposta in modo schematico ma assai credibile, i
consigli contenuti ne "l'angolo tecnico" del nostro sito.
Infatti,
oltre a suggerire come realizzare una regia automatica di basso costo, un
successo senza precedenti ha avuto il circuitino RDS reperibile per
pochi Euro che ha rivelato prestazioni addirittura superiori agli
apparecchi presentati dalle grosse case del costo di svariati milioni di
vecchie lire. La possibilità che un concorso di tecnici possa portare
alla rapida realizzazione di un prototipo - trasmissione/ricezione
- non è affatto campata in aria e non mancheremo di tenere
informati in proposito.
Probabilmente
domani, pubblicheremo alcune considerazioni in merito alle
"televisioni di quartiere" cui hanno dedicato tanto spazio nei
giorni scorsi autorevoli giornali.
01
luglio 2002
GENIO
ITALICO
Un sasso nello stagno, a proposito del digitale realizzato utilizzando
la medesima portante in banda FM. Tutti vogliono sapere, conoscere; qualcuno come
Paolo Mazzullo, titolare di una importante radio del Lazio dice qualcosa
di più:
"...Credo
che sia il futuro. Infatti lo standard mp3 ha raggiunto una buona
qualità con basso rate e non dimentichiamo che addirittura Eutelsat sta
utilizzando lo standard mp4/ip.
Il vecchio standard imposto non decollerà mai visto che nessuna casa
costruttrice di ricevitori ha sviluppato apparecchi a basso costo.
Altresi sono in
commercio ricevitori mp3 costruiti da primarie case per la ricezione dei
programmi irradiati dal satellite Afristar di proprietà della
Worldspace americana che irradiano il proprio segnale su frequenze
intorno a 1,5 ghz in dth. Sono convinto che se ci fosse pressione verso
il legislatore italiano si potrebbe almeno tentare una sperimentazione".
Il Conna
ritiene che gli ultimi problemi che ci dobbiamo porre sono quelli del
"legislatore" e dei permessi ministeriali per la stessa
ragione che essi non sono stati neppure consultati in occasione
dell'avvento dell' RDS.
Piuttosto, accanto a numerose considerazioni e valutazioni, diciamo, di
prospettive e funzionalità, c'è stata - salvo pochi casi - una
risposta scarsa da parte dei tecnici che dovrebbero realizzare le
interfacce necessarie per la sperimentazione.
Stante la prospettiva di eccezionali guadagni, ci domandiamo dove sia
finito il famoso "Genio italico". Tutto impegnato a realizzare
borsette, calzature e articoli di moda?
Invitiamo
pertanto gli esperti di circuitistica digitale che dispongono
di
un laboratorio attrezzato e tutti coloro che hanno fatto esperienza in
tecnica SCA di mettersi in contatto con noi prima delle ferie
estive.
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